Oggi dobbiamo sfatare con decisione una falsa credenza sulla rottura spontanea dei vetri.
Il vetro non si rompe spontaneamente, c’è sempre un motivo.
Le principali cause di rottura del vetro possono essere di carattere meccanico o di carattere termico.
Bisogna tener presente, anche, che i motivi della rottura di un vetro sono sempre leggibili per un esperto della materia, che è in grado di individuare la causa della rottura.
Le lastre di vetro, che a prima vista sembrano perfettamente lisce e senza difetti visibili, contengono, in realtà, delle “criccature” all’interno della pasta vetraria. Queste criccature sono particolarmente delicate e possono essere causa di rotture.
La rottura può avvenire per:
- rottura da un corpo duro
- da un corpo molle
- da uno stress termico
- da un’intrusione di solfuro di nichel
Le rotture che più ci interessano, in particolare, sono quelle da stress termico, che si riconoscono subito, perché hanno delle caratteristiche uniche.
Il vetro non è un materiale conduttore, non ha un reticolo cristallino e ha una dilatazione lineare. Per questi motivi, se il vetro non è completamente illuminato, o completamente in ombra, c’è il rischio di una rottura dello stesso.
Vediamo meglio.
I vetri basso emissivi con le push metalliche hanno uno spessore maggiore rispetto ai classici vetri-camera 4-12-4, perché, quando un professionista scrupoloso va a dimensionare un vetro, tiene conto della spinta del vento, delle dimensioni del foro finestra, del livello di sicurezza, del livello di anti-intrusione richiesto.
Di conseguenza, questi vetri più spessi assorbono grandi quantità di energia e sono soggetti a rotture.
Bisognerebbe, quindi, fare attenzione soprattutto ai vetri superiori a 2 mq, di colore verde, con assorbimento energetico superiore al 35%, perché sono a forte rischio di rottura.
A questo punto la domanda è d’obbligo:
“in caso di rotture del vetro per shock termico, chi paga?”
Se si viene chiamati dal cliente al quale anni prima avevamo montato un infisso, per una rottura spontanea del vetro che succede?
Molti serramentisti sottovalutano il problema e individuano la causa in altri motivi, magari perché non sanno nulla di shock termico del vetro.
Ma ormai sappiamo che i vetri non si rompono da soli.
Il serramentista deve capire che il problema esiste e non può ragionare come con il vetro 4-12-4 che, per le sue caratteristiche e il suo spessore, non si romperà mai.
I vetri di nuova generazione hanno performance eccezionali per il comfort abitativo ma comportano anche qualche problemino come quello dello shock termico e il serramentista sarà responsabile di eventuali rotture se non prende le dovute contromisure.
Quali sono le contromisure per evitare le rotture del vetro per shock termico?
- Ridurre l’assorbimento energetico: i vetri extra chiari sono una prima soluzione, in quanto si scende sotto la soglia del 35% di assorbimento energetico. Costano in più rispetto al vetro normale ma è un primo tassello da posizionare per eventuali problemi.
- Molare a filo lucido tutto il perimetro del vetro: è lì che possono esserci le cause di rotture per shock termico. Quando la lastra è stata tagliata si sono create delle ulteriori criccature da dove possono partire le rotture.
- Per annullare il rischio occorre utilizzare i vetri temprati in quanto, per effetto del trattamento termico, le cricche del vetro sono così compresse che non si possono separare e causare rotture.
Quindi, il serramentista coscienzioso deve andare sul cantiere e deve visionare tutta una serie di elementi per prevenire il problema. Ossia deve:
- Verificare l’esposizione della vetrata: se è esposta a sud e ha dodici ore di esposizione al sole, il rischio è elevato.
- Considerare l’assorbimento energetico.
- Verificare che sul vetro non vi siano ombre fisse (balconi, alberi, battente vetro troppo profondo: tutti elementi critici).
- Porre le tende interne ad almeno 30 cm dal vetro.
- Allontanare arredi interni ed esterni vicini al vetro, che creano problemi.
- Valutare le dimensioni delle lastre.
- Considerare la tipologia delle lastre e quella del serramento (vedi alzante scorrevole).
Per concludere l’argomento, occorre parlare anche di un altro fenomeno tipico dei vetri temprati, ossia la rottura o esplosione di questo tipo di vetrate.
Questa rottura è generata da un’altra impurezza del vetro e, per la precisione, dal solfuro di nichel, che ha un comportamento strano.
Il solfuro di nichel, a seconda della temperatura, assume una determinata dimensione. Quando tempriamo il vetro, portandolo alla temperatura di 600 gradi e subito dopo lo raffreddiamo, il solfuro di nichel non riesce a cambiare dimensione repentinamente e rimane piccolo all’interno della lastra. Con il tempo, però, il solfuro di nichel cercherà di ritornare alla sua grandezza naturale e, pian piano, aumenta di dimensione fino a causare la rottura del vetro temprato.
Per evitare questo problema occorre fare un test che si chiama HST (Heat Soak Test).
Si mette la lastra di vetro in forno a 200 gradi e, in questo caso, se c’è il solfuro di nichel il vetro esploderà nel forno.
Questo è l’unico modo che i produttori hanno per proteggersi da rotture dei vetri temprati di grandi dimensioni, costosi sia come prodotto che come montaggio.