Abbiamo in altri articoli parlato delle caratteristiche che devono avere i vetri per avere proprietà di isolamento termico e acustico e garantire un ottimo confort abitativo.
Oggi ci soffermiamo su un requisito molto importante, la sicurezza.
Questo requisito crea, però, un po’ di confusione nel consumatore in quanto questo termine è riferibile sia alla protezione dagli infortuni (sicurezza passiva), sia a quella dai ladri (sicurezza attiva).
Ovviamente, come in tutte le cose, bisogna trovare il giusto equilibrio tra questi due requisiti, privilegiando – in ogni caso – la sicurezza delle persone, analizzando sia le dimensioni della vetrata sia cosa prevede la norma di riferimento.
La confusione del vetro antinfortunistico 6/7
Nella pratica, i vecchi serramentisti, dovendo affrontare il tema della sicurezza (sia anti-infortunistica sia anti-intrusione), generalizzavano parlando comunemente di un vetro 6/7.
La prima cosa da sottolineare è che questo vetro non è assolutamente adatto a proteggere dalle effrazioni.
In secondo luogo, la dizione vetro 6/7 non è corretta. Il giusto termine per un vetro anti-infortunistico di base è 33.1 dove il 33 sta ad individuare due lastre da mm 3 e il numero 1 individua lo spessore della lamina di materiale plastico che è di 0,38 mm. Pertanto, lo spessore totale della lastra è di mm 6,38 (né 6 e né 7).
In ultima analisi, dove esiste un reale pericolo di caduta nel vuoto, il vetro da utilizzare non può essere il normale 33.1 (o 6/7) ma uno composto da lastre con uno spessore maggiore, con plastici maggiorati - richiamati dalla norma – e sempre tenendo presente le dimensioni totali della vetrata.
Sicurezza attiva e sicurezza passiva
Nello specifico si parla di:
- sicurezza attiva dei vetri: riguarda la protezione anti effrazione, in difesa dai ladri, ed è generalmente richiesta dal cliente per una maggiore protezione della casa e dei propri beni;
- sicurezza passiva dei vetri: riguarda la sicurezza delle persone in caso di rottura del vetro e che potrebbe causare sia ferite che cadute nel vuoto.
La corretta scelta dei vetri di sicurezza va fatta in funzione delle normative vigenti ed al livello di protezione desiderato.
La sicurezza è molto importante ed è prevista dalla norma UNI 7697 “Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie”, in vigore già da diversi anni e che determina i rischi associabili alla rottura di una lastra:
- danni a persone o cose: quando la rottura del vetro, o la caduta di frammenti, possa causare ferite ad animali, persone o danni a cose;
- caduta nel vuoto: quando la rottura del vetro può causare una caduta da un’altezza superiore a un metro;
- danni sociali: quando la rottura del vetro può causare danni alla collettività, come danni ad opere d’arte, accesso ad esplosivi o ad oggetti pericolosi, evasioni da carceri.
Per questo è obbligatorio, per le abitazioni civili, utilizzare per le finestre un vetro di sicurezza almeno nella lastra interna e per le portefinestre in entrambe le lastre.
Vetro passivo antinfortunistico
Ma quali sono i vetri considerati antinfortunio? Esistono due famiglie:
Vetro stratificato di sicurezza
Viene indicato con la sigla VSG. È formato da due lastre di vetro con all’interno una lamina di materiale plastico trasparente (di vario spessore) che le tiene unite. In caso di rottura, i frammenti di vetro rimangono incollati alla lamina, creando un effetto ragnatela.
All’interno della famiglia dei vetri stratificati troviamo, per esigenze specifiche, anche i vetri:
- anti-vandalismo e anticrimine: tali vetri hanno la caratteristica di custodire ambienti e beni preservandoli per un determinato periodo di tempo dai tentativi di effrazione e danneggiamento. I vetri anti-vandalismo vengono comunemente utilizzati ai piani bassi degli edifici, teche, finestre e vetrine di aeroporti, preture, uffici di cambio. L’anticrimine viene usato in centri elaborazione dati, vetrine e vetrinette a protezione di opere d’arte o gioielli, porte interbloccate di accesso alle banche e uffici finanziari, uffici postali, tribunali e istituti di pena, applicazioni in ambito militare.
- antiproiettile: difendono ambienti, cose e persone dalla perforazione di proiettili e dalle intrusioni. Vengono utilizzati per le vetrine a protezione di oggetti di grandissimo pregio, di armi, di esplosivi, sportelli bancari e esattorie e ovunque ci sia movimentazione di in genti somme di denaro e di preziosi.
Vetro temprato di sicurezza
Viene indicato con la sigla ESG. Questo tipo di vetro subisce un trattamento termico ad altissima temperatura che ne aumenta la resistenza alle sollecitazioni meccaniche (flessioni, impatti, …) e termiche (differenza di temperatura).
In caso di rottura, questo trattamento, fa frantumare la lastra in piccoli frammenti smussati e l’unico limite del vetro temprato è quello di ridurre la planarità della lastra disturbando la visibilità attraverso il vetro. Inoltre, presenta un minore abbattimento acustico rispetto a quelli stratificati.
Tra le principali applicazioni dei vetri temprati troviamo: vetrate e controventature, tamponamenti di telai, porte interne ed esterne, box doccia, mobili in vetro, etc.
Conclusioni
Abbiamo visto che la sicurezza dei vetri delle tue finestre è un argomento da non sottovalutare, anzi.
Quando richiedi un preventivo assicurati sempre che i prodotti proposti siano rispettosi delle norme di riferimento. Sappi che la mancata osservanza della legge comporta una responsabilità civile e/o penale nei confronti degli inadempienti e che, sempre secondo la legge, non sono ritenute valide le manleve firmate dal committente.
Affidati sempre ad un’azienda che curi i tuoi interessi e non i propri e ti aiuti a realizzare il confort della tua casa.
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